Miss Dior ... quel desiderio di femminilità perduta.





Parigi.
Febbraio 1947.
13 gradi sotto zero.

Il freddo gelava i tubi dell'acqua e lastre di ghiaccio grandi come chiatte galleggiavano sulla Senna.
Il carbone era divenuto merce rara e preziosa. Il convoglio ferroviario carico di combustibile proveniente dal bacino della Ruhr, di cui i giornali avevano tanto favoleggiato, non era mai arrivato e in città le scorte si erano esaurite. I parigini dietro le finestre delle loro gelide case avvolti in pastrani e coperte alitavano sulle mani per scaldarle e aspettavano i carretti carichi di legna che svelti ragazzini spingevano rumorosamente sui selciati di pietra: la legna se l'erano procurata di notte schiodando staccionate, segando alberi nei viali deserti e frugando tra le rovine delle case abbandonate. Anche i manifesti che le truppe americane avevano affisso sui muri erano stati utilizzati per alimentare il fuoco domestico. 


Il 12 febbraio 1947, nacque la Quarta Repubblica, Vincent Auriol fu nominato Primo Presidente, l'Italia firmò il trattato di pace, lo stilista Pierre Balmain, fondatore della Maison Balmain (1914-1982) fu travolto sugli Champs-Elysées da un'auto guidata da un sergente americano ubriaco di Pastis, un liquore a base di anice, il giovane couturier Christian Dior in Avenue Montaigne presentava la sua collezione di novanta modelli ed un nuovo profumo senza salire agli onori della cronaca a causa dell'improvviso sciopero dei giornalisti e con un pubblico di soli amici ed amici degli amici.
La collezione verteva su due modelli: abito con il vitino a vespa e fianchi torniti, ed abito con busto scollato ed ampia gonna a balze. 


The Look Collection, C.Dior, 12 Febbraio 1947

"It's a revolution, dear Christian, your dresses have such a new look", commentò il defilè Carmel Snow, giornalista dell'Harper's Bazaar .
Ma il giovane Dior non voleva solo rivoluzione il concetto di Moda-Fashion-Eleganza, voleva donare a tutte le donne un sogno: ritrovare la femminilità perduta nell'aria greve, maschia e guerresca che aveva avvolto l'Europa come un sudario. Voleva restituire alla fantasia delle donne quei desideri di lusso ed eleganza repressi durante gli anni bui della guerra. E voleva che l'incantesimo fosse compiuto dal vorticoso giro di una gonna di taffettà e da un profumo in grado di richiamare i ricordi della  giovinezza spensierata, degli yacth ancorati sotto la luna lungo la Senna. Ma voleva nello stesso tempo celebrare un nuovo concetto di femminilità, una donna nuova e libera: la donne che sceglieva di indossare Dior.  Doveva essere il profumo delle ragazze ricche che per hobby lavoravano nell'azienda del padre e delle donne sofisticate che partecipavano alle serate di gala. Doveva rappresentare l'ascesa sociale in cambio di pochi franchi in più.
Christian Dior voleva che questa nuova
essenza racchiusa in
un incantevole e lussuoso flacone, sontuoso, elegante, disegnato da Guerry Colas e
realizzato dalla Cristalleries de Baccarat: l'Anfora Dior. Un raro scrigno dalle linee perfette in cristallo trasparente, toccato da quel nastro di metallo e da quel pied de poule occhieggiante dalla base bordato di una sottile listella d’oro. 

E Christian Dior presentò al mondo: Miss Dior.
Miss Dior, cofanetto originale presentazione 1947


Post di: Debora M.

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Crediti:
Le Anfore Dior, in La Profumeria da Collezione, magazine, n.ro 11/2007.
Il Museo del Profumo, Milano, Italia

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"Come una donna abbellisce la sua casa, così abbellisca il proprio corpo perché gli dèi la benedicano con la prosperità." - proverbio indiano